La donna nei processi sociali di mafia

di Martina Tamburello

Titolo: La donna nei processi sociali di mafia
Autore: Martina Tamburello
ISBN: 9788894236040
Anno: Agrigento, 2022
Pagine: 128
Editore: Calogero Morreale Editore

È quando la donna decide di ribellarsi e di scendere in piazza che i movimenti sociali si alimentano, si nutrono della forza necessaria per incidere sulla realtà. Martina Tamburello percepisce la potenza trasformativa delle donne e, nella sua analisi, vuole dare parola proprio a quelle straordinarie figure femminili che hanno combattuto l’omertà, la cultura mafiosa e la violenza che essa porta con sé. Vi apporta la ricchezza dello sguardo del suo essere giovane donna e della forza contestatrice di chi, giovane, non accetta che la realtà non possa cambiare. Martina vuole capire le ragioni sottostanti le dinamiche che lei stessa, siciliana, in qualche modo vive anche se di riflesso. Vuole capire, perché sa che la comprensione di oggi sarà il cambiamento di oggi e di domani, del suo domani e di quello di tanti giovani come lei.

(Laura Guercio)

Ambrosia e Pane

di Calogero Morreale

Titolo: La ferula
Autore: Calogero Morreale
ISBN: 9788894236033
Anno: Agrigento, 2020
Pagine: 250
Editore: Calogero Morreale Editore

Tra Zeus e Prometeo non c'è pace: il Titano vuole guidare gli uomini sulla via del progresso; Zeus, re degli dei, teme che una umanità troppo evoluta mette a rischio il suo potere assoluto. Per ben due volte Prometeo ruba a Zeus il fuoco con la sua ferula e lo porta gli uomini. Ma Zeus lo punisce inchiodandolo su una rupe lontana e desolata. Prometeo ha un dono datogli dal Fato: prevedere il futuro. Saranno i suoi segreti sul destino di tutti, a piegare l'avversario dell'Olimpo. Attorno a loro si muovono gli Dei, consumatori di ambrosia e oziosi nelle mollezze. Sotto di loro scorre la vita degli uomini, dolce e amara, bella ma tragicamente esposta alle scorribande degli dei che convenienti ingraziarsi.

L'intero libro è pervaso da una patina di ironia, che talora si spinge a tal punto da fare commiserare la vita dei beati e far ammirare quella dei mangiatori di pane.

La scomparsa del diavolo giallo

di Calogero Morreale

Partono avvolti dal buio del mattino, al buio lavorano sotto terra, nel buio della sera fanno ritorno a casa. Sono gli zolfatai che con il loro salario, anche se povero, fanno sopravvivere le loro famiglie e danno una mano all’economia del paese. Vita dura e pericolosa che tanti di loro la domenica affogano nel vino alla taverna di zia Michela. Là si sovrappongono i loro discorsi con un lessico immediato e colorito. Quando prendono forma i fumi dell’alcool, si scambiano lazzi e nascono alterchi anche furibondi dominati alla fine dall’intervento autorevole della putiara.

A volte nelle tenebre del sottosuolo splende una zubbia e ripaga per un momento le fatiche dei minatori incantati. Ma certe notti dalle bocche della miniera vengono fuori neri fantasmi in cerca di pace.

Quando arriva di notte il vento di scirocco, furioso e insolente, sbatte porte e finestre. La gente, ben chiusa in casa, sente urlare zia Maria Strolaca: Mamma di lu ventu pigliati a to figliu ca nun havi abbentu (riposo).

Se è notte di contradecima, può capitare di sentire la Malaluna che si aggira ululando tra le strade deserte e i cortili in cerca di preda.

Nelle famiglie patriarcali, nei cortili, nelle stradine strette, nella piazza vivono ininterrotte le tradizioni e le credenze popolari: qui si esalta l’etica del vicinato. Le gioie e i dolori sono di tutti, solidalmente.

La Citulena ci accompagna in quel mondo reale e lo illumina con ironia ed empatia, come una volta la citulena illuminava i passi agli zolfatai, di cui diventava compagna di vita. L’Autore spesso allarga lo sguardo alle vicende più grandi in cui è coinvolto il paese: i giovani portati via dalle guerre fasciste, le lotte di rivendicazione del dopoguerra, la concorrenza dello zolfo americano che butta sulla strada i nostri minatori e il loro patrimonio sociale.

Il silenzio, che oggi copre quei luoghi, sta a testimoniare che le vicende celebrate nel libro sono veramente accadute.  

Quasi tutti i personaggi rappresentano persone realmente vissute e i loro nomi e cognomi sono, pertanto, autentici. Altri sono coperti da veli trasparenti.

Titolo: La citulena
Autore: Calogero Morreale
ISBN: 9788894236026
Anno: Agrigento, 2019
Pagine: 431
Editore: Calogero Morreale Editore

di Calogero Morreale

Seconda Edizione riveduta e corretta ad uso scolastico

Il romanzo fa rivivere la storia travagliata di Salvuccio, disabile pluriminorato.  Olga non accetta i limiti imposti al suo bambino da un destino crudele. Men che meno accetta le barriere architettoniche e culturali costruite da una società indifferente. Segue Salvuccio in tutti i cammini della speranza, combatte dentro le istituzioni sanitarie e scolastiche: pretende anche per lui il diritto al sogno. La narrazione rimuove delicatamente il velo che copre la vita quotidiana del non vedente. Il romanzo ci introduce in un mondo inesplorato, per chi la vista ce l’ha. L’autore, con grande perizia e sensibilità, accompagna negli angoli più reconditi, negli amori e nelle sofferenze dei protagonisti, nelle dinamiche che l’handicap scatena nelle famiglie, nelle ottusità burocratiche. Può capire bene solo il lettore che si accosta con umana comprensione, non con la commiserazione.

Dal velato pessimismo, che accompagna le vicende dei personaggi, emergono inaspettati sprazzi di luce: la solidarietà di amici e compagni, la ricchezza interiore nascosta dall’handicap, la luce che sa accendere Fina sul destino di Salvuccio.

La privazione della vista sviluppa altre percezioni e permette di “vedere oltre”. Il “non vedente”, come Tiresia, coglie con l’anima una luce che non riescono a vedere mille occhi chiusi dall’insipienza e dall’indifferenza.

Titolo: La Sfida di Olga Seconda edizione
Autore: Calogero Morreale
ISBN: 9788894236019
Anno: Agrigento, 2018
Pagine: 254
Editore: Calogero Morreale Editore

Paolo, convinto affiliato alla mafia di un tempo, due volte è andato in galera e due volte ne è uscito, accumulando trentacinque anni di carcere.   Con la chiara aureola di chi si porta addosso due omicidi e 35 anni di galera, si muove per le vie del paese stimato e ossequiato da grandi e piccoli.  Appena in libertà,  si rende conto che all’interno della onorata società le cose sono radicalmente cambiate. Qui vive e consuma la sua doppia tragedia, Legato com’è  al suo passato, retto sul sentimento di mafia, e il presente , impastato di droga e di delinquenza comune. Pina, ormai molto anziana, al figlio ribadisce la sua noncuranza della ricchezza, per cui i suoi nuovi amici si battono e muoiono: ”Te lo dissi mille volte. Appresso alle ricchezze non ci andammo mai. Per tutta la vita ci affannammo a portare a casa un pezzo di pane. Nei momenti più duri trovammo fatica a procurarci perfino quello. Ti chiesi forse di andare dietro al denaro? Le cose andarono, come andarono. Se la mala sorte ci fece del male, non fummo puniti, perché abbramati di ricchezza. Ciò, che ci fece male, fu un’altra cosa. Mi capisci, Paolo? E vuoi che alla mia e alla tua età possiamo rinunciarci? No, Paolo. Ti sbagli, se pensi che io posso uscire ora. Nemmeno massaro Tano Sannio andava dietro al denaro. Morì dando l’impressione di amarlo tanto il denaro. Ma non fu così. E tu lo sai bene ”. Il rapporto di Paolo e la madre caratterizza il romanzo dalla prima all’ultima pagina. Da una parte c’è il figlio indolente e neghittoso , dall’altra la madre iperattiva e autoritaria. Lui uomo per forza e lei venuta al mondo donna, per ironia della natura matrigna. Paolo chiude la parabola della sua esistenza ai funerali della madre oppressiva anche dalla bara e di fronte alla nuova mafia, spietata erogatrice di droga e morte. La catastrofe alla fine allivella tutti in basso,vanificando il fascino dei sogni di gloria.

Titolo: Gli Ultimi Cristiani
Autore: Calogero Morreale
ISBN: 9788890492723
Anno: Agrigento, 2012
Pagine: 350
Editore: Edizioni Zeusine

di Calogero Morreale

Il romanzo fa rivivere la storia travagliata di Salvuccio, disabile pluriminorato.  Olga non accetta i limiti imposti al suo bambino da un destino crudele. Men che meno accetta le barriere architettoniche e culturali costruite da una società indifferente. Segue Salvuccio in tutti i cammini della speranza, combatte dentro le istituzioni sanitarie e scolastiche: pretende anche per lui il diritto al sogno. La narrazione rimuove delicatamente il velo che copre la vita quotidiana del non vedente. Il romanzo ci introduce in un mondo inesplorato, per chi la vista ce l’ha. L’autore, con grande perizia e sensibilità, accompagna negli angoli più reconditi, negli amori e nelle sofferenze dei protagonisti, nelle dinamiche che l’handicap scatena nelle famiglie, nelle ottusità burocratiche. Può capire bene solo il lettore che si accosta con umana comprensione, non con la commiserazione.

Dal velato pessimismo, che accompagna le vicende dei personaggi, emergono inaspettati sprazzi di luce: la solidarietà di amici e compagni, la ricchezza interiore nascosta dall’handicap, la luce che sa accendere Fina sul destino di Salvuccio.

La privazione della vista sviluppa altre percezioni e permette di “vedere oltre”. Il “non vedente”, come Tiresia, coglie con l’anima una luce che non riescono a vedere mille occhi chiusi dall’insipienza e dall’indifferenza.

Titolo: La Sfida di Olga
Autore: Calogero Morreale
ISBN: 9788894236002
Anno: Agrigento, 2017
Pagine: 312
Editore: Calogero Morreale Editore

Lo Stato ha inflitto l’ergastolo ad un giovane contadino siciliano e dopo 33 anni, solo quando il vero colpevole ha confessato, lo fa uscire di galera. Ma ora lui è anziano: è diventato per tutti zi’ Turiddru  e non può perdonare questo Stato, i suoi carabinieri, la sua Giustizia. Una volta libero, vive con dignitosa parsimonia e la sua anima aristocratica rifugge da servilismi e viltà.  Dalla campagna, dove ha scelto di vivere, osserva con distacco le vicende con cui si affannano e si distruggono gli uomini: fascismo, Abissinia, guerra. Zi’ Turiddru attinge forza dal mondo nascosto e misterioso dei libri.

Vive immerso nella natura e le sue stagioni. Nel buio della sua notte siciliana lascia filtrare la luce soffusa della Via Lattea, alta in cielo, avvolgente nel suo mistero. Il suo mondo arcano e impenetrabile affascina  la ‘Capitana’, che si chiede se Lui, tra il sonno e la veglia, “addomestichi la magia che lega il cielo e la terra”. Quando zi’ Turiddru, appesantito dagli anni, si stacca per l’ultima volta dalla campagna, compie un viaggio nel suo passato in balia dei ricordi. Le immagini gli sfuggono rapide: “tutte presenti e nessuna afferrabile”. Quando passa davanti al Camposanto, le ombre della mamma e della fidanzata, di breve stagione, lo chiamano e gli rievocano gli anni belli; suo padre,dietro, ascolta  silenzioso. Zi’ Turiddru rivive nel suo animo i conflitti tra l’idealista sognatore e l’opportunista del ‘carpe diem’, con le contraddizioni, che accetta rassegnato. “Tutto ti fa onore. Attraverso la sofferenza e il silenzio ti vestisti di dignità”,  gli dice il fratello prete, don Tanino, all’incontro del loro addio. Sentendo vicina la fine, lascia i libri in testamento a Melo, pronipote prediletto: “Un tempo i libri mi diedero tanto conforto e mi aiutarono a vivere. Non mi distaccai mai da quando scoprii il bene prezioso, nascosto dentro. Ora li consegno a te. Fanne tesoro.” Attorno al protagonista si muove una folla variegata di personaggi che comunicano con un linguaggio spontaneo e vivace, antico come la saggezza paesana.

“Giustamente Morreale pretende un lettore molto attento, molto partecipe che si lasci incantare e guidare dalla sua scrittura, dalla sua musica” (Nico Orengo).

Titolo: La Viulata di San Giacomo
Autore: Calogero Morreale
ISBN: 9788890492709
Anno: Agrigento, 2010
Pagine: 270
Editore: Edizioni Zeusine

Una improvvisa scarica di pallettoni fredda massaro Tano sul colpo. Pina Savona, resta vedova con tre figli da crescere: Paolo di dodici anni, Maria e Rosa. Pina si affida al Padreterno per una divina vendetta: Diu cci avi a pinsari e nun cci avi a dòrmiri. Poi capisce che deve pensarci lei stessa. Deve difendere l’onore della famiglia macchiata da quel delitto: lei con il suo figlio maschio. A volte Pina nel silenzio della notte sente Lui, il marito: “Paolo, nostro figlio, mi può aiutare a dare un senso alla vita che mi lasciò, e alla morte che mi stringe”. La donna scuote il ragazzo: “Tuo padre nell’istante prima della morte sicuramente pensò a te, affidandoti un incarico e fino a quando non lo porti a termine non potrà avere pace nella tomba”.
La mamma educa Paolo a pane e vendetta. Il ragazzo non è energico, ma la madre ha tutto dell’uomo di rispetto. Lei lo accompagna e l’opprime sempre più, dal lavoro alla pratica religiosa, dalla scelta della zita alle decisioni drammatiche.
Attorno a loro è tutto un susseguirsi di vicende che il cielo confonde in contorni comici e  drammatici, monotoni ed epici: l’arciprete che mostra il miracolo al popolo chino alla Madonna Peregrina, le bandiere rosse e quelle bianche che attraversano le strade minacciose e pronte allo scontro, don Turiddu a Nespola che, con mille medaglie militari al petto, si esibisce in piazza, scortato da flotte di ragazzi divertiti e impertinenti.
Un mattino Paolo non va in campagna. Resta a casa a preparare il piano: l’incontro col destino. Il pomeriggio mentre si accinge ad uscire di casa, palpa bene l’arma nella tasca della giacca. La madre lo accompagna all’uscio e lo incoraggia: “Vai, Paolo!”. Lui esce. Quando svolta l’angolo, si alza fatale il canto di una ticcia che gli indica la strada.
Perlustrando la vita dei ceti popolari, emerge l’anima antica che si esprime per proverbi e aforismi, veri codici e strade tracciate dal destino. Sotto questo linguaggio, insieme spontaneo e mediato dai secolari modi di dire e non dire, si animano le passioni sfrenate, i sentimenti delicati, i sogni più dolci, le violenze mafiose. La nicchia familiare e il tessuto sociale sono tenuti insieme dalle tradizioni siciliane e dalle istituzioni cangianti nel tempo ma sempre uguali a se stesse, miscuglio di ipocrisia e responsabilità. Da tutto si leva un umorismo leggero ma amaro.
I protagonisti si muovono in un paese siciliano durante la seconda guerra mondiale e subito dopo. Il loro linguaggio è quello immediato, con il siciliano che irrompe nell’italiano senza soluzione di continuità.