E’ primavera,
rondini all’alba
lucciole alla sera
E’ il tempo degli uccellini allegri,
litigiosi,
stanno in cento su un ramo
come tanti piccoli gnomini
fuggono con il vento spensierati
da un albero ad un tetto
dal pagliaio al caminetto,
che cinguettio!
E’ primavera

di  Martina Mavilia – Vª F – Liceo Artistico “R. Guttuso”- Milazzo (ME)

Donna, tu avida collezionista di sogni
Che navighi in un oceano di desideri.
Ogni tuo pensiero è in grado di volare
Come una rondine che si libra leggera
Nell’azzurro della tua anima.
Tu, che cogli le emozioni come fossero fiori,
Tu, dallo spirito coraggioso, che valichi quel solco che ti distingue dagli altri
Tu, che nascondi il tuo sorriso dietro al velo dei tuoi capelli
E che ti senti libera guardando il mare.
Se una lacrima bagna il tuo volto
Dentro di te scende la notte
Ma mai alcuna catena potrà fermare la melodia del tuo cuore.

di Renata Aragona, IIª D – Liceo Artistico  “Renato Guttuso” – Milazzo (ME)

Ne conosco gli odori,
le speranzose attese,
la sagoma, i rumori.
Ignoto è il mio vicino
e pure la sua meta,
Il suo sguardo perso al finestrino
mi incuriosisce e mi inquieta.
Passano le stazioni,
cambiano i paesaggi,
quel volto mostra le sue emozioni,
i suoi pensieri, i suoi lunghi viaggi.
Si ferma fischiando sui binari incandescenti
questa breve storia del quarantasetteventi.

di Giulia Lembo – Vª F – Liceo Artistico “R. Guttuso”- Milazzo (ME)

Madre crudele sei, o terra di Sicilia,
che pur con amore hai dato
vita alle mille meraviglie che
accarezzo con lo sguardo.
Bellezze inenarrabili
che ogni tuo figlio ripudiato conserva nel cuore.
Mille e mille figli hai perso
che mai ti hanno dimenticata.
E mille e mille lacrime hai raccolto
sicura di non perdere l’amore di chi hai generato.
Madre crudele, dispensatrice di angoscia
che ogni tuo figlio porta con sé
quando è costretto a volgere i suoi passi altrove.
Non lasciare più fuggire il tuo fiato,
riprenditi il tuo passato glorioso,
cresci i tuoi figli
con lo stesso amore che da loro continui a ricevere.

di Federico Bonardi – classe II D – Istituto Comprensivo “S. Quasimodo”-  Agrigento

Cielo scuro, nubi nere
Guardo fuori dalla finestra
Ci sono solo alberi inquieti
Chi li spaventa?

Forse sarà un tuono che squarcia il cielo?
Oppure solo un gatto che si lecca il pelo?
Cadono le stelle in un botto
Subito la luce e poi il buio morto

Scende la pioggia a dirotto
Mi chiedo da dove viene
Arriva forse da più in alto del cielo?
Oppure si solleva dal mare con peso leggero?

Mi son fatto troppe domande
Ma non importa più
Ormai si è aperto il cielo
Gli alberi si sono calmati
E i caldi raggi sono tornati.

di Stefano Bertini – IIª  H, Scuola Media “Raffaello Sanzio”, Tremestieri (CT)

Somiglia il suo inizio
ad un essere che non ha forma
ma è soltanto respiro:
è un pianissimo.

Cresce leggera
come una piccola fiamma
che ha forza e coraggio.
È un mezzopiano:
addormenta il bambino
fa ondeggiare le foglie sui rami.

In un attimo è libera:
è già un forte.
Poi subito un fortissimo
come un uragano inarrestabile
che trascina e distrugge e trasforma.
Come la natura che ti sorprende
risvegliandosi di colpo.

È al culmine del suo splendore…
Ma poi è di nuovo un piano
un mezzopiano
un pianissimo
un uomo che si accascia
senza più respiro
l’essere senza forma che muore.

 di Luigi Pizzardi – Iª  H, Scuola Media “Raffaello Sanzio” – Tremestieri (CT)